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12 maggio 2022

Acciaierie e rigassificatore, dove va Piombino (e cosa rischia)

Le dichiarazioni di Jindal su un possibile disimpegno accendono un caso. Il Comune punta a tutelare il porto nei confronti del Governo.

A Piombino il futuro delle acciaierie ex Lucchini (ora Jsw Steel Italy) è sempre più nebuloso, l’ipotesi di rigassificatore sta perdendo quota, mentre il turismo dà segnali positivi e la vicenda della discarica ex Rimateria ha appena iniziato un nuovo capitolo. Oggi il principale centro della Val di Cornia è al centro di partite decisive non solo a livello regionale, ma anche nazionale.

Jindal aspetta il contratto con Rfi per le rotaie

L’ultimo fronte, quello delle acciaierie da tempo in una situazione di bonaccia, è stato riaperto a sorpresa da un’intervista di Sajjan Jindal al Financial Times, dove il magnate indiano ha aperto alla possibile cessione dell’attività, acquistata nel 2018 per 55 milioni di euro, e mai davvero rilanciatasi. Una presa di posizione che ha fatto insorgere all’istante i sindacati, e ha messo in allarme la politica, nel timore di un nuovo flop dopo gli anni perduti dietro al progetto di Cevital e dell’imprenditore algerino Issad Rebrab. E di un futuro in grave pericolo per i circa 1.500 addetti ancora in forza allo stabilimento produttivo.

A stretto giro di posta fonti aziendali hanno dato un’interpretazione più soft: Jindal sarebbe deluso perché non è stato ancora concluso l’accordo con Rfi per la commessa delle rotaie, ma su Piombino c’è totale sintonia con il Governo italiano, per cui si sta procedendo sull’addendum dell’accordo di programma in attesa della firma con Rfi. Parole che non hanno rassicurato granché il ministro del Lavoro Andrea Orlando: La proprietà deve dire cosa vuole fare, io credo che sia urgente che sia chiamata a un confronto”, ha detto, definendo “doveroso chiedere chiarimenti a Jindal”.

Rigassificatore, Cingolani spinge ma il Comune frena.

Così come quella delle acciaierie, è partita nazionale anche l’ipotesi di rigassificatore galleggiante a Piombino, che il governo vorrebbe rapidamente trasformare in progetto. “Ce ne saranno due, uno ad inizio 2023 e l’altro possibilmente a fine 2023”, ha dichiarato pochi giorni fa il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, riferendosi a Piombino e Ravenna. “Per avere tempi così brevi serve un commissario e una procedura rapida per poter fare questa operazione”, aveva aggiunto. Con l’ipotesi, mai formalizzata, che il commissario per Piombino potesse essere il governatore Eugenio Giani, da subito favorevole al rigassificatore.

“L’installazione del rigassificatore non deve intralciare le attività produttive, portuali e turistiche della città e di tutta la costa toscana”, ribatte il gruppo in Regione di FdI, il partito del sindaco Francesco Ferrari, da subito contrario a un’opera che, per un paio d’anni, occuperebbe una fetta del porto. Dai vari incontri con i sindaci dei Comuni dell’Isola d’Elba, di Follonica e della Val di Cornia, i sindacati, le aziende, le associazioni e i comitati e, a conclusione, con i cittadini, secondo quanto ha riportato lo stesso Ferrari che pure ha aperto a un tavolo comune sul progetto, è emersa “una posizione contraria unanime al posizionamento di un rigassificatore galleggiante”.

Il porto aspetta le navi da crociera

Da qui le difficoltà per l’installazione, valutate negativamente da Giani. “Credevo che quella fosse un’opportunità – ha detto -, naturalmente contrattando con lo Stato tutta una serie di cose in termini di bonifiche, infrastrutture viarie, agevolazioni per le imprese e i cittadini della zona. Lì si preferisce un no senza se e senza ma, quindi probabilmente sarà così”. Per il presidente della Regione, dunque, “quella è un’opera nazionale, e quindi le scelte sono nazionali: se non viene in Toscana, andrà in un’altra regione”. Nel caso in cui non ci fossero altre aree papabili sul versante tirrenico, l’opera potrebbe essere realizzata al Sud: nelle scorse settimane erano state formulate le ipotesi di Taranto e Porto Empedocle.

Il Comune punta a garantire la maggiore operatività possibile del porto anche per supportare la ripresa dell’economia turistica. Piombino ha infatti ottenuto la Bandiera Blu grazie alle sue spiagge della Costa est, e dopo due anni di stop dettati dall’emergenza sanitaria, vede anche la ripartenza del turismo crocieristico, con nove attracchi previsti nel periodo compreso tra maggio e ottobre, e la prima nave in arrivo mercoledì 18 maggio. “Grazie alla preziosa sinergia tra il Comune e la Parchi Val di Cornia – afferma Sabrina Nigro, assessore al Turismo –, abbiamo potuto programmare una serie di attività adeguate ad accogliere i visitatori e a far conoscere loro il nostro patrimonio culturale e paesaggistico e le attività commerciali e di ristorazione della città”.

Addio Rimateria, occhi su Rinascenza Toscana

Al di là delle questioni legate ad acciaierie e rigassificatore, un punto decisivo per rafforzare l’attrattività di Piombino, ma anche per venire incontro alle richieste della cittadinanza, è la soluzione del caso della discarica di Ischia di Crociano, gestita un tempo dalla società pubblico-privata Rimateria, ora fallita, con una cordata guidata dal gruppo Vergero che ha rilevato l’attività col nome di Rinascenza Toscana. Il raddoppio dei volumi a servizio del conferimento di rifiuti, voluto dalla vecchia società e avallato dalla vecchia giunta, è stato fatale al centrosinistra che nel 2019 ha perso, per la prima volta dopo la Liberazione, la guida del Comune. Il nuovo piano industriale di Rinascenza Toscana, ancora non reso pubblico, parlerebbe di un’innovativa filiera impiantistica per il recupero dei materiali, con l’utilizzo di una residua volumetria a servizio dello smaltimento della frazione negativa di tali impianti.

L’obiettivo dichiarato dal Comune è quello di abbandonare il vecchio meccanismo dei conferimenti, e di avviare il percorso di bonifica dell’area. “Se non ci fosse questa amministrazione – ha affermato Ferrari in Consiglio comunale -, scommetterei che i volumi di raddoppio della discarica sarebbero già autorizzati. Ecco perché non siamo ritornati al punto di partenza: e peraltro il nuovo soggetto che si è affacciato rilevando la società dal fallimento avrà da confrontarsi con questa città prima ancora che con questo sindaco e questa amministrazione, e lo dovrà fare con l’attenzione di chi dovrebbe sapere che, se l’idea è quella di riproporre gli stessi progetti, troverà le stesse reazioni”.

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