L'invecchiatura vintage, una delle lavorazioni di Artlab
Pietro Beccari, presidente e ceo della maison francese Dior, lo aveva detto pochi giorni fa: “Stiamo acquisendo piccole aziende in Italia per integrare business familiari che possono garantire puntualità, savoir faire ma anche quantità da produrre”. La prima operazione – secondo quanto risulta al Sole 24 Ore e a t24 – è già conclusa: si tratta dell’azienda Artlab del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno (Pisa), specializzata nelle stampe digitali e nelle rifinizioni manuali su pelle per i grandi brand della moda.
Specialista nelle lavorazioni manuali
Artlab, fondata alla fine degli anni ’80 dall’imprenditore Marcello Tatoni, è stata la prima azienda a sperimentare tecniche innovative e trattamenti originali per le pelli di borse e scarpe, attraverso aerografi, tamponature, inkjet. Oggi è uno dei nomi d’eccellenza nel segmento delle lavorazioni speciali, guardato con sempre maggiore interesse dai grandi brand per la capacità di conferire valore aggiunto e unicità ai prodotti-moda. Nel 2020 (ultimo bilancio depositato) Artlab – che ora fa capo ai figli di Marcello, Ilaria e Dario, e ad Andrea Balleri – ha fatturato 4,7 milioni di euro con 268mila euro di utile. L’azienda impiega un centinaio di persone.
Assicurarsi anelli strategici della catena di fornitura è sempre più importante
La ricchezza di Artlab sta soprattutto nelle sue competenze, quelle che il gruppo Lvmh (il più grande gruppo del lusso al mondo), cui Dior appartiene, sottolinea sempre più spesso come vera chiave del successo: per questo la maison ha deciso di non lasciarsi scappare un laboratorio creativo (così si definisce Artlab) così originale, in un momento in cui le catene di fornitura stanno diventando sempre più importanti per la difficoltà globale nel reperire materie prime, semilavorati e forza lavoro. Assicurarsi anelli strategici della filiera significa (anche) avere il prodotto nei tempi previsti: un fattore fondamentale nel settore del lusso che, secondo le ultime proiezioni, ha davanti anni di crescita sostenuta.
Per Lvmh quinta operazione in Toscana in un mese e mezzo
Per il gruppo Lvmh si tratta della quinta operazione progettata o realizzata in Toscana da ottobre: nell’ultimo mese e mezzo c’è stata l’inaugurazione dello stabilimento di borse Fendi da 30mila mq e 50 milioni di investimento nel comune di Bagno a Ripoli (Firenze); l’annuncio dell’apertura di una fabbrica di borse Givenchy negli spazi lasciati liberi proprio da Fendi a Ponte a Ema, sempre nel comune di Bagno a Ripoli; la progettazione di uno stabilimento di borse Louis Vuitton a Pontassieve (Firenze); l’acquisizione, tramite la divisione Metiérs d’Art, della maggioranza della storica conceria Nuti Ivo, uno dei nomi più importanti del distretto di Santa Croce sull’Arno (Pisa), specializzata nella pelletteria di lusso (nel 2021 ha fatturato 58,7 milioni di euro con 8,65 milioni di utile netto) e parte di un gruppo familiare formato da sette concerie con più di 130 milioni di ricavi. Ora arriva l’operazione nelle lavorazioni speciali messa a segno da Dior.
Silvia Pieraccini