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08 settembre 2022

Piccole imprese e agricoltura, il caro-energia manda i costi alle stelle

Bollette triplicate: Cna, Confartigianato e Coldiretti chiedono aiuti subito, e di puntare sulle rinnovabili per il futuro.

Bollette triplicate, e imprese a rischio chiusura: non sono solo le grandi industrie, ma anche le Pmi manifatturiere e dei servizi, oltre alle aziende agricole già penalizzate dal maltempo e dalla siccità, a temere gli effetti del caro-energia. In Toscana, così come nelle altre regioni, le associazioni di categoria stanno cercando di sensibilizzare le istituzioni per chiedere aiuti economici nell’immediato, e per sbloccare la realizzazione di impianti (solari ed eolici, ma anche termovalorizzatori) a seguire.

Gas e luce, costi triplicati in un anno

Secondo l’elaborazione di Cna sulle stime della Cgia di Mestre, senza alcuna misura correttiva, allo stato attuale dei prezzi (+378% per il costo dell’energia elettrica e +538% per il gas rispetto al 2019 e, rispettivamente, +220% e +274% nell’ultimo anno), le imprese toscane dovranno sobbarcarsi in quest’anno, a parità di consumi, 7,3 miliardi di costi energetici aggiuntivi rispetto al 2019, facendo della regione la quinta in Italia (dopo Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte) per extracosti subiti. Una cifra che, però, potrebbe essere sottostimata. Ma solo a Prato e Pistoia, secondo Cna e Confartigianato, in uno scenario di costanza dei prezzi fino a dicembre, l’extracosto potrebbe raggiungere i 3,1 miliardi.

Cna Firenze, nell’ultimo anno, ha rilevato sul territorio della città metropolitana di Firenze aumenti a tre cifre della bolletta elettrica per la maggioranza dei comparti, con punte negative per acconciatura ed estetica (+152%), panificazione (+199%), alberghiero (+150%), impiantistica (+164%), fonderia artistica (+211%), abbigliamento (+137%), ristorazione (+228%), odontotecnica (+114%). “La situazione è critica – afferma il presidente Giacomo Cioni – per fonderie, alimentare, logistica, commercio (negozi, botteghe, centri commerciali), alberghi, bar-ristoranti, cinema, teatri, discoteche, lavanderie, palestre, impianti sportivi. Insomma, la gran parte delle nostre imprese”.

L’ondata dei rincari – non solo il caro-energia, ma anche l’impennata dei costi delle materie prime – colpisce anche le imprese dell’agricoltura. Secondo Coldiretti Toscana si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi, fino al +129% per il gasolio. Gli aumenti riguardano però l’intera filiera alimentare: il vetro che costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre salgono del 15% il tetrapack, del 35% le etichette, del 45% il cartone, del 60% i barattoli di banda stagnata, fino al +70% per la plastica. “Oggi circa 20.000 aziende agricole, pari al 38%, stanno lavorando in perdita – sostiene il presidente Fabrizio Filippi – e questo significa che non sono in grado di sostenere i costi produttivi. Un’impresa su dieci (11%) si trova in una condizioni di rischio la chiusura: parliamo di circa 5mila imprese e di almeno 10mila posti di lavoro in bilico”.

Price cap del gas subito, e poi le rinnovabili

Per fare fronte alle necessità nell’immediato, le associazioni artigiane chiedono l’adozione di un “price cap” europeo per il gas, l’azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, la proroga e l’aumento del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Ma anche una proroga del Temporary Framework, per continuare a garantire al sistema bancario flessibilità di azione nella valutazione di situazioni critiche, derivanti principalmente dalle crisi di liquidità, consentendo di accordare a famiglie e imprese rinegoziazioni, moratorie di pagamento o proroghe di moratorie in essere, senza essere classificati debitori in difficoltà finanziaria o addirittura in default; così come è necessario prevedere un allungamento delle esposizioni debitorie, attraverso una misura ad hoc per sostenere la rinegoziazione dei debiti, anche sulla stessa banca, senza obbligo di erogare credito aggiuntivo.

Al di là della soluzione per questo autunno-inverno al caro-energia, in una prospettiva di medio-lungo periodo la triplice istanza del mondo delle imprese è quella di incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili, liberandola da costrizioni burocratico-autorizzative e finalizzandola anche all’autoconsumo da parte delle piccole imprese; puntare sul risparmio energetico, stabilizzando anche gli ecobonus per la riqualificazione energetica degli immobili; sfruttare l’opportunità offerta dalla termovalorizzazione.

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