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24 novembre 2022

Poltronova rilancia per continuare a scrivere la storia del design

Il marchio che negli anni Settanta ha lanciato progettisti e oggetti “rivoluzionari” guarda a nuovi mercati e nuovi designer.

Silvia Pieraccini

Roberta Meloni, fondatore e ceo del Centro studi Poltronova per il design, di fronte allo specchio Ultrafragola disegnato da Ettore Sottsass nel 1970

E’ risorto con la voglia di ritagliarsi un posto al sole sul mercato internazionale il marchio Poltronova, iconica azienda di arredamento di Agliana (Pistoia) nata nel 1957 che ha contribuito a scrivere la storia del design italiano. Passato per complicate vicende societarie, il marchio Poltronova nel 2005 è stato rilevato da Roberta Meloni, che fin dal 2000 aveva lavorato con Francesca Balena Arista alla costruzione – partendo da zero – dell’archivio storico: rovistando nel vecchio stabilimento di 15mila metri quadrati, in parte inutilizzato e abbandonato, aveva recuperato prototipi, disegni, stoffe, cataloghi, listini e foto che raccontano l’estro e la creatività visionaria di progettisti come Ettore Sottsass (direttore artistico di Poltronova dal 1958 al 1972), Archizoom associati, Superstudio, De Pas-D’Urbino-Lomazzi.

L’archivio storico come fonte costante d’ispirazione

Quell’archivio – dichiarato di interesse pubblico e notificato dal ministero per i Beni culturali nel 2013 – oggi ha trovato casa nel quartiere di San Frediano a Firenze, in un’ala di un antico setificio che accoglie anche l’ufficio commerciale, l’amministrazione e la direzione artistica di Poltronova affidata a Donatello D’Angelo. La realtà si chiama ‘Centro studi Poltronova per il design’ e svolge attività di studio, divulgazione, didattica e editoriale, attraverso monografie dedicate agli oggetti dell’archivio, dal divano Superonda allo specchio Ultrafragola, dalla poltrona Mies alla lampada Sanremo. Ma non solo.

La produzione ad Agliana grazie all’aiuto dei “vecchi” artigiani

Roberta Meloni ha voluto che Poltronova fosse (ancora) una manifattura, e ha tenuto viva la produzione di una ventina di pezzi iconici (che di anno in anno possono essere arricchiti con altri), realizzati in uno stabilimento sempre ad Agliana, grazie anche all’aiuto dei “vecchi” artigiani che lavoravano per Poltronova negli anni Settanta. “Perché l’ho fatto? Perché non volevo veder finire una storia così unica nel panorama del design”, afferma Meloni aprendo le porte del Centro studi Poltronova. Tra direzione artistica, commerciale e produzione nell’azienda lavorano una quindicina di persone, per un fatturato che quest’anno toccherà i tre milioni di euro. La produzione avviene solo su commessa, e gli ordini arrivano da mezzo mondo, in particolare da Germania, Francia e dal resto d’Europa. “Vendiamo soprattutto all’estero – spiega Meloni – e lo facciamo attraverso una rete commerciale e contatti diretti di appassionati, collezionisti, artisti”. E nel futuro? “Il sogno è poter costruire una nuova sezione fatta da oggetti firmati da giovani progettisti che possano dialogare con quelli storici”, azzarda Meloni. La stagione di Superstudio, Archizoom, Sottsass e del movimento dell”architettura radicale’ è alle spalle, ma davanti potrebbero esserci nuovi modi di intendere la relazione tra persona e spazio abitativo.

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Silvia Pieraccini

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