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19 agosto 2024

Aree idonee alle rinnovabili, si parte (con un tavolo tecnico regionale)

Entro fine anno la Toscana dovrà approvare una legge per definire dove si potrà investire in energie green. Ecco i primi passi.

Silvia Pieraccini

Immagine by Freepik

Da una parte c’è la necessità di aumentare gli impianti di energie rinnovabili, terreno su cui la Toscana è indietro visti i 2.365 megawatt di potenza installata a fine 2020 (dati Gse e Terna) e l’obiettivo assegnato dalla Ue di aggiungere altri 4.250 megawatt entro il 2030. Dall’altra parte c’è il bisogno di tutelare un territorio prestigioso dal punto di vista paesaggistico, storico e culturale che in più occasioni – da ultimo in Maremma ma anche ai piedi del Monte Amiata e in Mugello – secondo comitati e enti locali è stato ferito da pale eoliche, impianti fotovoltaici o centrali a biomasse. In mezzo ci sono le istituzioni (Unione europea, Governo e Regione) che, a cascata, stanno cercando di dettare le regole per uno sviluppo fondamentale nell’attuazione della transizione energetica.

Una legge regionale sulle aree idonee entro fine anno

Un decreto del ministero dell’Ambiente del 21 giugno scorso ha disegnato la cornice normativa e demandato alle Regioni il compito di approvare, entro il 3 gennaio 2025 (180 giorni dall’entrata in vigore del decreto), una legge che definisca le aree idonee all’installazione di impianti rinnovabili, nelle quali è previsto un iter accelerato e agevolato per i progetti; le aree non idonee all’installazione di impianti rinnovabili; le aree nelle quali si applica un regime ordinario; le aree in cui è vietata l’installazione del fotovoltaico a terra (che la Toscana ha già individuato nel 2011).

Nascono un tavolo di coordinamento tecnico e un tavolo tecnico-scientifico

La Toscana ha appena fatto il primo passo verso la futura legge con una delibera della Giunta regionale del 5 agosto 2024 che fissa tre cose: 1) la nascita di un tavolo di coordinamento tecnico (formato dalla varie direzioni regionali), che avrà il compito di individuare le aree idonee e non idonee alle rinnovabili, e la nascita di un tavolo tecnico-scientifico, che avrà compiti di supporto e coordinamento; 2) l’impegno della Giunta a elaborare una prima proposta di legge – da sottoporre a enti locali, associazioni di categoria, associazioni ambientaliste e culturali, sindacati – entro il prossimo 30 settembre, e a elaborare una versione più dettagliata da proporre al Consiglio regionale entro il 30 novembre; 3) una revisione della strategia energetica regionale, partendo da una informativa sul Piano regionale per la transizione ecologica previsto da una legge del 2022. La Giunta non è evidentemente soddisfatta di come sta andando lo sviluppo delle rinnovabili, e vuole accelerare.

Un percorso a ostacoli

Il percorso per arrivare a una legge sulle aree rinnovabili non s’annuncia semplice, anche perché la Regione ha già messo le mani avanti criticando i criteri fissati nel decreto ministeriale, che lascerebbero poco spazio (in senso fisico) agli impianti alimentati a rinnovabili. Imprenditori e professionisti (primi fra tutti gli ingegneri) accusano Regione e Comuni di ostacoli burocratici e tecnici. Difficile anche trovare un equilibrio tra chi spinge per le rinnovabili e chi vuol tutelare ambiente e paesaggio. Tra poco più di un mese ci sarà il primo responso.

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Silvia Pieraccini

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