Il rendiconto generale della Regione Toscana per il 2022 conferma le criticità già riscontrate negli esercizi precedenti in relazione alla gestione delle società partecipate ed evidenzia, in particolare, “l’incapacità della Regione di indirizzare in maniera incisiva l’operato delle società e di ottenere una inversione di tendenza sulla profonda crisi strutturale del settore”. E’ quanto emerge dalla relazione della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti presentata oggi, 20 luglio, a Firenze.
La Corte punta l’indice sulle forti perdite delle due società
La relazione mette in evidenza soprattutto “le forti perdite di esercizio” che caratterizzano due società partecipate come Fidi Toscana “che registra una perdita di 1,5 milioni” e Firenze Fiera “che chiude co una perdita di 4,2 milioni”. Inoltre, la sezione regionale della Corte dei Conti stigmatizza “il ricorso da parte della Regione allo strumento normativo per aggirare il divieto di soccorso finanziario posto dal decreto legislativo n.175/2016, autorizzando, ad esempio, l’acquisizione di beni patrimoniali delle società in crisi o in liquidazione e vulnerando il principio dell’autonomia patrimoniale che caratterizza il ricorso alle società partecipate”. Appare emblematica, in questo senso, “l’autorizzazione ad acquistare i beni immobili della società terme di Casciana in liquidazione (con accollo dei mutui e dei debiti della società) e della società Terme di Montecatini”. Su entrambe le norme, secondo la Corte, pesano “profili di possibile incostituzionalità” che però non ricadono sul giudizio di parifica relativo al 2022, in quanto le spese si manifestano nell’esercizio 2023.
La gestione finanziaria della Regione registra un saldo positivo
I generale, la gestione finanziaria della Toscana registra entrate e spese di competenza pari a 12.887,34 milioni e a 12.701,08 milioni e si chiude con un risultato di amministrazione formale che presenta un saldo positivo di 533,96 milioni, in crescita rispetto ai valori, sempre positivi, registrati nel 2021 e nel 2020. La parte disponibile, tenuto conto delle quote accantonate e vincolate, rimane in disavanzo di 1.354,52 milioni, con una riduzione di 172 milioni sul dato del precedente esercizio.
È dunque proseguito anche nel 2022 il rientro dal disavanzo, nonostante si sia evidenziata la necessità di un riequilibrio della sua composizione interna tra il perimetro ordinario e perimetro sanitario, a cui la Regione ha già dato corso attraverso un ingente trasferimento di liquidità dalla cassa ordinaria. Risulta in crescita l’indebitamento a carico della Regione che raggiunge un’incidenza di 366 euro per abitante. La Sezione ha ritenuto non regolare, alla luce di una recente pronuncia della Corte costituzionale, l’iscrizione nel perimetro sanitario del bilancio delle spese di ammortamento dei mutui contratti dalla Regione, che non potranno pertanto essere finanziate con il Fondo sanitario destinato ai Livelli essenziali di assistenza.