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23 febbraio 2024

Crollo a Firenze, Cna chiede una legge d’accesso alla professione edilizia

“Non si può aprire un’azienda edile senza qualificazione”, sostiene l’associazione, perplessa sulla patente a punti.

Un cantiere

Un canale regolamentato per l’accesso alla professione edilizia: è la proposta avanzata da Cna, che sollecita il Governo sul tema dopo il crollo di Firenze nel cantiere di via Mariti che è costato la vita a cinque operai. “Una legge che disciplini l’accesso alla professione nell’edilizia è di vitale importanza”, affermano Pino Comanzo, presidente di Cna Costruzioni Toscana e Giuseppe Gennaro, presidente di Cna Costruzioni Firenze. “Non è accettabile poter aprire un’azienda edile – obiettano – con una semplice iscrizione in Camera di Commercio. Quel che serve è una norma per la qualificazione delle imprese”.

“Patente a punti? Meglio una legge d’accesso”

Una nuova legge, secondo Cna, produrrebbe effetti migliori rispetto ad alcune proposte avanzate a seguito del crollo di Firenze: in merito alla parificazione tra appalti pubblici e privati, l’associazione ritiene che “le regole del cantiere sulla sicurezza sono già attualmente universali, senza distinzione alcuna tra committente pubblico e privato”, mentre la patente a punti, pensata come strumento in grado di favorire le imprese più virtuose, “potrebbe penalizzarle per eventi di cui non sono responsabili”, sostiene Cna, secondo cui “anche la Soa non è soluzione perché è una certificazione cartacea da parte di terzi dei lavori già realizzati da un’azienda”.

Al contrario, secondo Cna Toscana e Firenze, sono necessari il rispetto e l’applicazione rigorosa dei contratti di lavoro, il contrasto alla pratica del massimo ribasso, la formazione effettiva ed efficace per tutti i soggetti che operano nel cantiere. “Abbiamo sempre sostenuto che chi si aggiudica un appalto debba possedere al proprio interno le adeguate competenze per realizzare i lavori e siamo sempre stati contrari all’introduzione del subappalto a cascata”, precisano Comanzo e Gennaro.

“Più controlli dal vivo, meno verifiche di carta”

Per quanto riguarda i controlli, Cna chiede di aumentare il numero di ispettori, ma soprattutto ritiene prioritario garantire che i controlli in essere siano mirati, efficaci, concentrati sugli aspetti sostanziali e non formali. “Continuiamo a credere che i controlli dal vivo e le ispezioni sul campo – sostengono Comanzo e Gennaro – offrano garanzie superiori alle verifiche di carta, di nome e di fatto”. (lt)

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