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24 febbraio 2023

Ex Gkn, la situazione è ancora in alto mare

Il Ministero chiede a Qf di ritirare la procedura di liquidazione, ma Borgomeo risponde picche. Nuovo round il 2 marzo.

Leonardo Testai

Come previsto – e temuto – il tavolo di crisi sulla ex Gkn di Campi Bisenzio al ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit, ex Mise), si è chiuso con un sostanziale nulla di fatto e un rinvio al 2 marzo per un nuovo incontro. Così come invocato dalle istituzioni locali e dai sindacati, anche il Ministero si è unito alla richiesta di ritiro, da parte di Qf Spa, della procedura di liquidazione volontaria per la società che ha rilevato la fabbrica, mettendo a disposizione il Fondo del credito per le cooperative e il Fondo di salvaguardia di Invitalia: ma l’azienda del patron Francesco Borgomeo, secondo quanto emerso, non avrebbe raccolto l’invito.

“Ho chiesto al liquidatore di avere risposte in tempi celeri perché dobbiamo avviare il prima possibile un percorso di reindustrializzazione, insieme agli enti locali, e di salvaguardia dei livelli occupazionali”, ha dichiarato a caldo il sottosegretario Fausta Bergamotto, esponente abruzzese di FdI, al debutto nella ormai vertenza Gkn. Al tavolo erano presenti i rappresentanti della Regione Toscana, dei Comuni di Campi Bisenzio e Firenze e delle parti sociali; Luca Annibaletti, responsabile Struttura crisi d’imprese del Mimit e Romolo de Camillis, direttore generale del ministero del Lavoro.

I sindacati vogliono il commissariamento

Tutti in attesa di risposte che il liquidatore Salvatore Sarcone, collegato da remoto, ancora non ha fornito: “Ha candidamente dichiarato di essere in carica da troppo poco per avere elementi”, secondo la ricostruzione della Rsu ex Gkn. “Il liquidatore e i suoi consulenti – sostiene la Fiom-Cgil – hanno provato a impostare il confronto sulla solita e unica litania che Qf ha portato ai tavoli, sostenendo che la liquidazione si basa sul mancato raggiungimento dell’oggetto sociale di impresa per colpa dell’occupazione dello stabilimento da parte dei lavoratori”.

I sindacati chiedono dunque un intervento pubblico più incisivo, con il commissariamento dell’azienda da parte dello Stato. Il sindacato Usb si spinge più in là, chiedendo un decreto ‘salva-Automotive’. “Cerchiamo di tenere alte le antenne – ha affermato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani – per cogliere se c’è anche un’iniziativa imprenditoriale che possa rilevare un patrimonio produttivo fondamentale in questa Toscana, e queste 280 persone”.

Valerio Fabiani, consigliere del presidente della Regione per lavoro e crisi aziendali, sottolinea che “il governo ha deciso di sostenere l’azione di scouting che, come ricordato dallo stesso presidente Giani prima della riunione di questa mattina, continua ad essere la scelta consapevole e determinata della Regione per dare un futuro a decine di famiglie”.

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Leonardo Testai

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