La Regione Toscana si costituisce nel giudizio davanti alla Corte Costituzionale promosso dal Governo, che nelle settimane scorse ha sollevato la questione di legittimità costituzionale della legge regionale toscana n. 30/2024 in materia di concessioni demaniali marittime, approvata dal Consiglio regionale nel luglio scorso. Il Governo ritiene che le disposizioni contenute negli articoli 1, 2 commi terzo e quarto, e nell’art. 3 eccedano le competenze legislative regionali sia per violazione della potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela della concorrenza, che per violazione dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea.
Nel 2017 la Consulta ha annullato un’altra legge toscana sulle concessioni balneari
La Regione intende difendere il provvedimento, e ha autorizzato il presidente della Giunta Eugenio Giani a costituirsi di fronte alla Consulta. Non è la prima volta che accade. Già nel 2017 la Corte Costituzionale aveva annullato una legge sulle concessioni demaniali marittime varata dalla Toscana perché in contrasto – sentenziò la Consulta – con i principi costituzionali di ripartizione delle competenze.
La norma statale approvata a settembre ha aumentato il contrasto
Lo scontro Regione-Governo ha acquistato ancora più vigore, se così possiamo dire, con l‘approvazione della norma statale, avvenuta nel settembre scorso, che prevede di prolungare fino al settembre 2027 (fino al 31 marzo 2028 in casi eccezionali come i contenziosi pendenti) le concessioni demaniali in scadenza a fine anno, stabilendo che i Comuni dovranno bandire le gare – subito, tra qualche mese o più avanti, ma comunque obbligatoriamente entro giugno 2027 – e chi subentra dovrà pagare un indennizzo a chi lascia, e riassumere i lavoratori. In quell’occasione l’assessore regionale Leonardo Marras aveva dichiarato che “l’iniziativa del Governo ha messo fuorigioco, in parte, quella della Regione”, anche se la Toscana – proprio per evitare il rischio di un’altra impugnazione – ha previsto criteri di assegnazione delle concessioni (come la premialità assegnata alle micro, piccole e medie imprese turistico-ricettive nella valutazione delle domande concorrenti) da applicare solo “nelle more del riordino della normativa statale”. Tutto inutile. La legge toscana è stata impugnata, e ora rischia l’annullamento mentre gli operatori del settore non sanno come muoversi.
Silvia Pieraccini