Domingo Noguera, founder di Circular Tech
Chi di noi in casa non ha un deposito di vecchi prodotti informatici pensiamo siano riparabili, che hanno valore, e che potrebbero servire ad altri? Ma non sappiamo come fare a recuperarli.
“Ecco – spiega Domingo Noguera, co-founder della startup Circular Technologies di Imola con sede operativa presso Nana Bianca, a Firenze -, moltiplicate questo deposito per migliaia di volte e allora troviamo il magazzino di un’azienda, dove in oltre 90% dei casi, i prodotti al suo interno finiscono letteralmente nelle discariche o nel mercato nero”.
Come mai? “Perché nelle aziende oggi, si acquista o noleggia ogni anno per ogni dipendente quasi mille euro di prodotti hardware (come pc, server, periferiche) – continua Noguera -. Dopo tre anni, come è molto complesso inventariare, valutare e tracciare ogni singolo prodotto, si preferisce chiamare un’azienda di smaltimento e produrre un altissimo costo economico e ambientale. Mentre se invece si acquistassero e vendessero in modo più efficiente si potrebbe risparmiare il 40% della spesa annuale nonché il 90% delle emissioni di carbonio”.
Quattro imprenditori per un’economia circolare
Ottenere questi due risultati è quello che fa la startup Circular Technologies, startup che ha partecipato all’ultima edizione di Hubble, programma di accelerazione di Nana Bianca e Fondazione CR Firenze. Si tratta di una società guidata da 4 imprenditori provenienti dai settori IT e Sostenibilità, nonché da altri 4 manager che integrano le competenze di marketing e tecnologia.
“Con il marketplace reValue permettiamo alle aziende di avere accesso a 2 soluzioni: reCover… che attraverso la “dismissione programmata” permette alle aziende di vendere tutti i loro prodotti usati a una rete di ricondizionatori, e reSource che permette alle aziende di acquistare o noleggiare la maggior quantità di prodotti IT ricondizionati certificati in base al proprio fabbisogno tecnologico. E questa soluzione è stata già validata da grandi organizzazioni che noi classifichiamo in Aziende, sotto il profilo di Users e reUsers, o Industriali che invece classifichiamo come Ricondizionatori e Riciclatori di materie prime seconde”.
Il loro modello di business è facile da capire: un marketplace, che prevede una tassa di successo per ogni transazione e allo stesso tempo produce un impatto sui goal 12, 13 e 4, producendo così un importante SROI (rendimento sociale) positivo. “Ci focalizziamo sul mercato Italiano e Europeo, per ora nello specifico sulle aziende di servizi, come banche e assicurazioni – spiega Noguera -. Infatti il nostro obiettivo in 5 anni è servire il 5% di quel mercato”.
Un’offerta completa per aziende e società
Naturalmente esistono dei competitori. “Per la soluzione reCover troviamo gli smaltitori ed i broker, entrambi con tassi di recupero molto bassi mentre per reSource ci sono solo società specializzate nel B2C (business to consumer). Noi ci differenziamo perché per la prima volta offriamo sul mercato un tasso di recupero molto alto e siamo completamente integrati nella supply chain con un’offerta completa per il B2B (business to business)“.
E questo posizionamento ha portato a questi traguardi: dal lancio della piattaforma reValue nel 2023 è iniziata la validazione in termini di fatturato, PoC, quantità di prodotti pubblicati e utenti registrati, mentre negli ultimi quattro mesi, con il supporto di Hubble e il team di Davide Filiaggi, è continuato a crescere con questi risultati, di cui il più significativo è rappresentato dal pre-ordine ricevuto per un valore di oltre 3 milioni sinonimo della validazione del mercato. “Perciò consolidando l’andamento di quest’anno, potremmo aprire le porte ad un 2025 con queste proiezioni: importanti ricavi, provenienti da clienti strategici che ci permetteranno di avere un posizionamento come leader del settore B2B in Italia. Ecco perché abbiamo lanciato la nostra campagna di fundraising di 600 mila euro di cui abbiamo già trovato accordi per 400 mila euro e siamo alla ricerca dei restanti 200“. (sg)