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02 settembre 2024

La ‘Toscana diffusa’ ora nasce per legge

Varato dalla Giunta regionale il testo che riunisce gli interventi per ridurre gli squilibri territoriali, economici e sociali. Il nodo delle risorse.

Silvia Pieraccini

Il borgo di Lucignano, nella Valdichiana aretina

E’ uno dei cavalli di battaglia del presidende della Regione, Eugenio Giani: valorizzare la ‘Toscana diffusa’ – formata da quei Comuni periferici, montani e insulari che, essendo lontani dalla città, dai servizi e dalle opportunità di lavoro, rischiano lo spopolamento e l’abbandono – per ridurre gli squilibri territoriali, economici e sociali e salvaguardare le identità culturali. Per inseguire questo obiettivo, che è stato declinato negli ultimi anni attraverso progetti e agevolazioni dedicate (come le premialità nei bandi europei), arriva ora anche una legge regionale. Il testo, messo a punto dalla Giunta regionale e approvato nella seduta del 26 agosto, comincerà ora il percorso in Consiglio regionale.

Su 273 Comuni toscani, 172 sono in aree periferiche

Il testo si propone di raccogliere in un unico strumento normativo le disposizioni settoriali già attive e di consolidare esperienze pilota portate avanti negli ultimi anni. Il territorio cui si rivolge è grande, visto che si tratta di 172 Comuni sui 273 totali. L’intenzione della Regione è di prevedere anche uno stanziamento di risorse (regionali, nazionali, europee) destinate alla ‘Toscana diffusa’, partendo con 120 milioni di euro per interventi infrastrutturali nei territori periferici, da incrementare (sembra) in futuro. A chi ribatte che questa frammentazione di risorse – una sorta di distribuzione ‘a pioggia’, poco per ciascuno – può sì soddisfare i piccoli Comuni, ma sottrae soldi preziosi alle locomotive dello sviluppo regionale, che sono le città, i distretti, l’industria, le grandi infrastrutture, Giani risponde che i territori piccoli e fragili sono un presidio dell’ambiente e possono, in prospettiva, aiutare ad alleggerire la congestione delle aree più attrattive. Ma soprattutto, secondo la Regione, questi luoghi rappresentano “l’identità e il cuore della Toscana: sono i luoghi della memoria e dell’immaginario collettivo, che racchiudono testimonianze di
interesse storico, architettonico e artistico, immerse, il più delle volte, in ambienti di
grande pregio naturalistico e paesaggistico” che hanno potenzialità di sviluppo
inespresse”.

Gli interventi che si potranno realizzare

L’attuazione pratica della legge tocca temi come l’accessibilità (per superare la distanza geografica, istituzionale o sociale dal centro, grazie a infrastrutture materiali e digitali, trasporto pubblico, accesso ai servizi); il diritto alla salute e assistenza sociale; l’educazione e istruzione per promuovere l’occupazione; la conservazione e valorizzazione del patrimonio paesaggistico; la mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico; il sostegno alla residenza; gli strumenti per favorire processi di sviluppo
economico
attraverso investimenti diretti di sostegno alle imprese agricole e
extra-agricole; interventi a contrasto della desertificazione commerciale dei nuclei abitati (anche attraverso la riduzione delle aliquote Irap); difesa del patrimonio culturale e naturale per preservare l’identità territoriale.

Ecco gli strumenti per rendicontare

Due sono gli strumenti per monitorare nel tempo le iniziative promosse nella ‘Toscana diffusa’: un Osservatorio partecipato dalle realtà associative toscane, pubbliche e private; e una relazione finale di mandato sugli interventi realizzati.

Autore:

Silvia Pieraccini

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