Dopo un 2023 poco brillante, la manifattura accusa ancora difficoltà nelle province di Lucca, Pistoia e Prato, dove la produzione industriale del 2/o trimestre 2024 segna un calo del 2,7% rispetto allo stesso periodo del 2023: è quanto affermano le rilevazioni del Centro studi di Confindustria Toscana Nord. E’ un trend che “non si discosta significativamente né dal dato nazionale e nemmeno, in alcuni casi, dal dato europeo”, sostiene il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini.
Fra i singoli territori, soltanto Lucca vanta un dato positivo (+1,7%), al contrario di Pistoia (-3,8%) e Prato (-7,9%). Fra i macrosettori produttivi, spiega Confindustria Toscana Nord, ai risultati nettamente positivi di carta e cartotecnica (+4%) e alimentari (+3,6%) fa riscontro, oltre alla stasi della metalmeccanica e sostanzialmente (-0,5%) della chimica-plastica-farmaceutica, l’arretramento dei prodotti non metalliferi incluso il lapideo (-3,7%), del mobile (-4,5%) e soprattutto, ancora una volta, della moda (col -7,5% del tessile e contrazioni oltre il 15% sia per l’abbigliamento che per il calzaturiero).
“Nella dimensione locale ciò che ci penalizza, soprattutto in periodi difficili come l’attuale – commenta Matteini -, sono i mali cronici di questa parte di Toscana: scarsità di infrastrutture, di cui è un esempio la situazione di Collodi-Villa Basilica per la strada della cartiere e le conseguenti penalizzazioni delle attività turistiche; un territorio fragile anche in parti che non ci saremmo aspettati (i casi recenti del pesciatino, ma prima ancora nel pratese e a Montale, sono eloquenti); limitata capacità di accogliere nuove imprese o consentire alle nuove di espandersi. Su questo non possiamo intervenire se non segnalando i problemi e sottolineandone gli effetti negativi; cosa che facciamo sistematicamente”. (lt)