La cantina della tenuta maremmana Rocca di Frassinello progettata da Renzo Piano
A distanza di anni, resta uno dei più grandi investimenti vinicoli della Maremma, e uno dei pochi con un’impronta davvero internazionale: l’azienda Rocca di Frassinello, 500 ettari di cui un’ottantina a vigneto nel comune di Gavorrano (Grosseto), è nata dalla joint venture italo-francese tra l’editore Paolo Panerai (col 70%), proprietario del gruppo vinicolo Domini Castellare, e Eric de Rothschild (col 30%) di Domaines Barons de Rothschild Lafite, uno dei marchi più famosi al mondo, che decisero di unire l’esperienza chiantigiana nella coltivazione del vitigno toscano per eccellenza, il Sangiovese, con quella di Lafite sui vitigni francesi classici, Cabernet, Merlot, Petit Verdot, Shiraz.
Edizione celebrativa del vino Rocca di Frassinello
Nel 2001 Panerai e Rotschild chiamarono l’architetto Renzo Piano per aggiungere innovazione al progetto. La tenuta aveva bisogno di una cantina e Piano, che mai ne aveva progettata una (e mai più ne progetterà), accettò di costruire una sorta di “fabbrica” sovrastata da una torre sulla collina più alta della tenuta, che ancora oggi sorprende per la sua modernità e funzionalità. La cantina è stata inaugurata nel 2007 ma tre anni prima, nel 2004, fu fatta la prima vendemmia, che nelle settimane scorse è stata celebrata a 20 anni di distanza con un’edizione speciale del vino Rocca di Frassinello annata 2020. Sono tremila bottiglie numerate con etichetta nera e dettagli dorati, prodotte con una selezione di uve Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot.
La potenza della Maremma si è unita all’eleganza della Francia
L’edizione celebrativa è stata presentata nel corso di una degustazione, guidata dal Master of wine Gabriele Gorelli con l’enologo e vicepresidente del gruppo Domini Castellare Alessandro Cellai, che ha ripercorso otto annate di Rocca di Frassinello. “Il 2004 è stata la prima annata sul mercato – ha spiegato il presidente Panerai – ed è quella che rimarrà sempre nel cuore perché carica di ansie e preoccupazione: eravamo tutti consapevoli che stavamo lavorando a un progetto importante”. La joint venture di Panerai con Chateau Lafite si è conclusa otto anni fa, quando la famiglia Rothschild ha deciso di vendere le quote delle aziende in cui era in minoranza, “ma l’impronta sui vini, che uniscono la potenza della Maremma e l’eleganza della Francia, resta intatta”, ha aggiunto Panerai. Tra gli atout della tenuta c’è il vento: “La ventilazione di questa zona è determinante anche in annate piovose – ha spiegato Cellai – perché permette di asciugare l’uva rapidamente, evitando l’assorbimento da parte dell’acino che, con piogge oltre i 20 millimetri, si verifica dopo 36 ore”.
Fatturato 2023 a 12 milioni di euro col 27% di ebitda
Il gruppo vinicolo Domini Castellare – formato dalle tenute Rocca di Frassinello in Maremma, Castellare di Castellina in Chianti Classico e Feudi del Pisciotto in Sicilia – nel 2023 ha fatturato 12 milioni di euro, per il 69% all’export, con un margine operativo lordo (ebida) del 27%. Le bottiglie prodotte nelle tre aziende sono circa 1 milione all’anno. Nel 2024, secondo quanto spiegato da Cellai, i ricavi saranno in linea col 2023 – e dunque sarà un anno di consolidamento – in vista dell’allargamento del perimetro. L’anno scorso Castellare ha acquistato dieci ettari di vigneti a Chianti Classico, al confine con quelli già posseduti, mentre in Sicilia il gruppo può contare anche sull’ospitalità del wine relais con 15 suite e ristorante ricavati in un feudo del Settecento.
Silvia Pieraccini