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17 ottobre 2023

Pelletteria sempre a caccia di nuove leve (ma l’export rallenta)

Agli Stati generali di Assopellettieri la presidente Sequi conferma: nascerà a Firenze nel 2024 una scuola dell’associazione.

Leonardo Testai

Claudia Sequi, presidente di Assopellettieri

L’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, gli strascichi della guerra in Ucraina e ora la crisi di Gaza, dipingono uno scenario difficile (in termini di export, ma non solo) per uno dei comparti trainanti della manifattura made in Italy – e made in Tuscany: la pelletteria, che a Firenze ha vissuto la nuova edizione degli Stati generali organizzati da Assopellettieri. Con un focus sulla formazione, e l’annuncio della presidente dell’associazione Claudia Sequi – annuncio anticipato da un’intervista a T24 – della nascita di una nuova scuola di pelletteria in Toscana nel 2024, dunque in una regione che da sola rappresenta circa il 40% degli oltre 13 milioni di euro di export del comparto.

“Attrarre i giovani è questione di sopravvivenza”

Già, perché gli sconvolgimenti a Est fanno paura, e gli addetti ai lavori presenti a Palazzo Vecchio hanno seguito con attenzione tanto il messaggio del ministro Adolfo Urso – che promette il supporto del Mimit ai processi di transizione digitale e green delle imprese – quanto la corposa lectio di geopolitica offerta da Federico Rampini. E già a metà 2023 in Toscana si osserva qualche segnale di sofferenza: oltre al saldo demografico d’impresa, con 20 aziende in meno in sei mesi, crescono le ore autorizzate di Cassa integrazione (+6,9%) ma con il dato in controtendenza di Firenze (-8,8%). Ma le ultime previsioni messe nero su bianco recitano che “nei prossimi cinque anni avremo un fabbisogno di ulteriori 15-20mila unità” da avviare al lavoro, “quindi diventa una questione di sopravvivenza formare e attrarre giovani nel nostro settore”, ha affermato Claudia Sequi, presidente di Assopellettieri.

“Quello che dobbiamo fare è invertire la narrazione – ha proseguito Sequi -, quindi raccontare che una carriera all’interno del mondo della pelletteria, anche una carriera di tipo tecnico, quindi con un lavoro manuale artigianale, è di assoluto valore, e può regalare a una persona giovane e quindi anche alle famiglie una carriera di tutto rispetto, di grande soddisfazione e remunerativa”. Idee di espansione del settore che, in realtà, nell’immediato fanno a pugni con le indicazioni che arrivano dai mercati. “I dati nel primo semestre erano molto positivi – spiega la presidente di Assopellettieri -, perché in base ai nostri studi c’era un aumento del 9,5% sul fatturato dei primi sei mesi del 2023 rispetto al 2022, però abbiamo visto che c’è un calo a partire dal terzo trimestre, e ci sarà probabilmente un ulteriore rallentamento nel quarto”.

Le guerre pesano (e la sostenibilità costa)

Un rallentamento, osserva Sequi, dovuto a “situazioni contingenti legate alle singole realtà aziendali, quindi alle dinamiche di mercato, ma ovviamente anche la situazione macro ha un impatto sul nostro lavoro, e in questo momento la situazione macro è terribile, perché ci sono fenomeni inflattivi che non si erano mai verificati prima negli ultimi anni; abbiamo una difficoltà nel cercare di adeguarci alle nuove esigenze di sostenibilità, di tracciabilità, di compliance, che portano quindi dei costi diretti e degli investimenti in nuove competenze; poi chiaramente la guerra Russia-Ucraina, e adesso quello che sta avvenendo sullo scacchiere mediorientale, che abbiamo visto avrà impatti anche in Europa”.

La pelletteria “fa parte del business della moda che è uno dei tre pilastri più importanti dell’export italiano”, ha ricordato Matteo Zoppas, presidente di Ice, osservando che “è ancora in crescita nel 2023 con circa 5,6 miliardi e circa il 6% di incremento”. Sui mercati esteri, ammette però Zoppas, la situazione è un po’ caotica, e si è capito che queste previsioni che si erano fatte sui risultati 2023 stanno andando in altalena. I mercati sono diventati più volatili”.

A fronte di questo scenario, ci si aspetta un sostegno dal governo. “Guardiamo con interesse a questa manovra finanziaria”, ha detto Flavio Sciuccati, senior partner di The European House – Ambrosetti, presentando uno studio strategico. “Finalmente c’è qualcosa sul reshoring: è un’altra grande opportunità, riportare in Italia produzioni che abbiamo perso in una fase storica di quando è stato aperto il mercato alla Cina. Rientrare vuol dire riportare volumi, riportare marginalità, e questo è uno dei temi chiave, quindi è interessante vedere questa manovra cosa fa. Poi c’è il tema fiscale: questa non è una manovra gigantesca, però dà la possibilità alle imprese che investono e assumono giovani che fanno formazione di essere detassate, questo è ovviamente uno dei temi per cui si chiede attenzione al tavolo del governo per i prossimi anni”.

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Leonardo Testai

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