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07 marzo 2022

A Prato i migranti vulnerabili diventano cenciaioli

Tirocinio di sei mesi per imparare il mestiere, messo a rischio dai problemi di ricambio generazionale.

Cinque stranieri provenienti da situazioni di sfruttamento lavorativo a Prato inizieranno a marzo un tirocinio di sei mesi in cinque aziende del distretto tessile: potranno diventare i nuovi cenciaioli, la figura che nell’industria si occupa di far la cernita dei tessuti destinati al riciclo. E’ un mestiere storico a Prato, che le difficoltà nel ricambio generazionale mettono oggi a rischio. L’obiettivo è formare migranti vulnerabili selezionati, soprattutto per quanto riguarda la fase di cernita dei tessuti destinati al riciclo, in vista poi di un eventuale inserimento in azienda.

I tirocinanti saranno scelti tra 80 persone che attualmente rientrano nel Sistema Accoglienza e Integrazione e saranno inseriti in aziende a conduzione familiare, ritenute un contesto più adatto per chi ha alle spalle esperienze di sfruttamento lavorativo. Altro scopo del progetto riguarda la volontà di declinare il concetto di sostenibilità non solo riguardo all’aspetto ambientale, ma anche a quello sociale cercando di diffondere buone prassi in tutta la filiera produttiva.

Contro la sovrapproduzione c’è l’impegno di Rifò

Il progetto sperimentale “Nei nostri panni – Cenciaioli si diventa”, che coinvolge alcune aziende del distretto, si avvale dell’iniziativa dell’azienda pratese Rifò e della Fondazione Opera Santa Rita, con il supporto del Servizio Sociale e Immigrazione del Comune di Prato. Rifò, nata nel 2017 da un’idea di Niccolò Cipriani per dare una risposta ai problemi della sovrapproduzione e del sovraconsumo presenti nell’industria della moda, produce capi a partire da fibre rigenerate: il suo concetto di moda sostenibile si fonda su materiali riciclati, artigiani a chilometro zero, packaging sostenibile, e impegno sociale.

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