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05 agosto 2022

Un incubatore a energia green per la nuova area Bekaert di Figline

Un’azienda impiantistica di Ponte a Ema rileva lo stabilimento, e annuncia la partecipazione di partner “di eccellenza”.

Un incubatore di imprese che potranno utilizzare energie alternative per le attività produttive, sfruttando i fondi del Pnrr: è questo il progetto di Ge-Group, piccola azienda fiorentina di impiantistica, attiva nel campo dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, che ha sottoscritto il preliminare d’acquisto dell’immobile ex-Bekaert di Figline Valdarno (Firenze). Nel progetto saranno coinvolte imprese di settori diversi (dall’idrogeno green all’agricoltura innovativa): i loro nomi saranno resi noti da Ge-Group probabilmente entro la fine dell’estate, in un evento in cui l’operazione sarà presentata nei dettagli.

I rappresentanti di Ge-Group, che ha sede a Ponte a Ema, hanno incontrato ieri istituzioni locali e sindacati, “raccogliendo l’appello della Regione e delle parti sociali – si legge in una nota dell’azienda – nel riassumere il personale licenziato dalla Bekaert e tutt’ora senza impiego”. Il progetto, sostiene l’azienda, sarà “in partecipazione con diverse società di eccellenza”, e nei prossimi giorni “si darà avvio alla due diligence per le dovute verifiche”.

I sindacati chiedono impegni precisi

Alla luce delle aperture dell’azienda che rileva l’area di Figline, i sindacati chiedono di ricollocare nel nuovo progetto i lavoratori ex-Bekaert rimasti inattivi dopo il licenziamento del 2021, e di monitorare l’avanzamento del progetto stesso. Per Daniele Calosi, segretario generale della Fiom di Firenze, Prato e Pistoia, serve “un contratto di sviluppo vincolante che stabilisca tempi, modi e criteri del piano di reindustrializzazione; un cronoprogramma che preveda ad ogni singola scadenza un incontro di verifica, partendo dal primo necessario step che è quello della bonifica ambientale dell’area di Via Petrarca”.

“I tempi non saranno certo brevissimi, e servirà una mole di formazione mirata alle professioni del futuro che si svilupperanno nella nuova fabbrica”, osservano Fabio Franchi (Cisl Firenze-Prato), Flavia Capilli e Gino Turrini (Fim-Cisl Toscana), riconoscendo la complessità dell’operazione, e chiedendo “alla società capofila e alle istituzioni di monitorare, con incontri ad hoc, i progressi e i passi in avanti che il progetto farà, in modo anche da dare gambe ancora più veloci al ricollocamento dei tanti lavoratori rimasti senza occupazione del territorio, a partire proprio dagli ex Bekaert non ancora ad oggi impiegati”.

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