“Le nostre bottiglie dirette negli Stati Uniti, che sono state ferme per giorni al porto di Livorno in attesa della decisione di Trump sui dazi, stanno partendo via nave. Vedremo quale sarà il dazio applicato fra tre settimane, quando finiranno le operazioni di sdoganamento”. Sandro Sartor, presidente e managing director della Ruffino di Pontassieve, una delle aziende vinicole italiane più conosciute negli Stati Uniti dove esporta il 50% del fatturato, controllata dal gruppo americano Constellation Brands, era stato tra i primi, una settimana fa, a lanciare l’allarme sul blocco delle spedizioni di vino causa incertezza sui dazi. “Abbiamo 1 milione di bottiglie ferme a Livorno, ci hanno cancellato tutti gli ordini del mese di marzo”, aveva detto Sartor. Ora quel vino è ripartito alla volta degli Stati Uniti con una notizia a sorpresa, annunciata da Trump nella serata di oggi, 9 aprile: la sospensione per 90 giorni di tutti i dazi (restano al 125% per la Cina), mantenendo la tariffa-base del 10% (al posto del 20% fissato nei giorni scorsi).
Segnali positivi registrati alla fiera veronese
Ancora prima che Trump facesse l’annuncio della sospensione dei dazi, i timori delle aziende vinicole si erano ridimensionati, e non solo per lo scampato pericolo dei ventilati balzelli al 200%, ma anche per la speranza che lo scenario possa (ancora) cambiare presto a seguito delle trattative Usa-Europa, e per il sentiment “annusato” al Vinitaly. Il mondo del vino toscano, presente in forze (450 espositori tra aziende, Consorzi e Camere di commercio) alla fiera veronese che ha chiuso il 9 aprile, ha registrato più di un segnale positivo.
Chianti: affrontiamo i prossimi mesi con più serenità e determinazione
“I dazi, le tensioni internazionali e le incertezze dei mercati impongono attenzione e prudenza – afferma in una nota il presidente del consorzio del Chianti, Giovanni Busi – ma un Vinitaly così partecipato, dinamico, pieno di dialoghi e nuove connessioni è un segnale forte. Ritrovare così tanta attenzione intorno al Chianti ci permette di affrontare i prossimi mesi con maggiore serenità e determinazione”.
Brunello: tanti buyer stranieri interessati ai nostri vini
“Se da un lato c’è preoccupazione per i dazi annunciati da Trump, dall’altro abbiamo riscontrato segnali positivi in fiera – aggiunge il presidente del consorzio Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – con la presenza di tanti buyer provenienti non solo dagli Stati Uniti ma anche dai mercati asiatici, dal Brasile, dal Nord Europa fino a Germania, Austria e Svizzera interessati ad acquistare i nostri vini”.
Chianti Classico: lavoreremo col trade Usa per condividere i dazi
“Ora lavoreremo col trade statunitense per condividere questi gravosi dazi – ha affermato nei giorni scorsi il presidente del consorzio del Chianti Classico, Giovanni Manetti – convinti che il consumatore americano che da sempre ama e consuma Chianti Classico resterà fedele ai vini di qualità, al Gallo Nero, al nostro territorio che si rispecchia in ogni nostra bottiglia”.
Nobile: valutare con razionalità i reali impatti dei dazi
“Adesso che i dazi sono realtà occorre valutare con razionalità i reali impatti che subiranno i nostri prodotti”, aveva commentato subito dopo l’annuncio di Trump il presidente del consorzio del vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi.
Silvia Pieraccini