A quasi un mese e mezzo dalla riunione conclusiva della commissione del ministero per l’Ambiente e la Sicurezza energetica, è stato pubblicato il decreto Via-Vas che apre la strada alla realizzazione del progetto di potenziamento dell’aeroporto di Firenze con la nuova pista da 2.200 metri. Non è ancora il via libera finale: sarà infatti necessario il parere favorevole della Commissione Europea sulla compatibilità ambientale – su cui Toscana Aeroporti si mostra ottimista – e successivamente il Mase trasferirà la pratica al ministero per le Infrastrutture che convocherà la conferenza dei servizi per la conformità urbanistica. Un test, in Consiglio regionale, per il neonato ‘campo largo’ in salsa toscana, visto che Avs e M5s chiedono di ridiscutere tutto. E i sindaci di Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio preannunciano già il ricorso al Tar.
Il nodo degli habitat al vaglio di Bruxelles
Qual è la ragione del rinvio? “Le misure di mitigazione previste dal Piano – si legge nel parere della commissione ministeriale – sono ritenute efficaci ed efficienti per adeguati contenimenti e riduzioni degli effetti generati dalla realizzazione delle opere previste, ma non eliminano l’azione di interferenza funzionale e di sottrazione diretta permanente di habitat comunitari e di sottrazione, in parte permanente, di habitat di specie”. Per questo è stata richiesta l’istanza di attivazione della procedura di deroga prevista al paragrafo 3 dell’articolo 6 della Direttiva 92/43/Cee “Habitat”, con la produzione di specifica documentazione di merito “al fine di attuare ogni necessaria misura di compensazione atta a garantire comunque gli obiettivi di conservazione dei siti e la coerenza della rete Natura 2000, e volte ad annullare le incidenze residue permanenti anche a seguito all’attuazione delle misure di mitigazione definite”.
“Toscana Aeroporti accoglie con soddisfazione la pubblicazione del decreto Via-Vas”, afferma in una nota la società che gestisce l’aeroporto di Firenze e anche quello di Pisa. “Secondo il parere della Commissione Via – spiega – le misure preventive, mitigative e compensative descritte dal Proponente sono complessivamente efficaci ed efficienti per adeguati contenimenti e riduzioni degli effetti generati dal Masterplan. Il provvedimento testimonia il significativo lavoro svolto dalla Società, insieme a Enac e con il supporto di tutte le istituzioni competenti, e rappresenta un passaggio fondamentale verso uno sviluppo armonico dello scalo e rispettoso dell’ambiente. Confidiamo ora nel celere completamento dei successivi passaggi autorizzativi”.
Cosa prevede il programma di opere di mitigazione
Le opere di mitigazione prevedono la creazione di habitat umidi stabili e aree palustri, realizzate in zone strategiche (Signa, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino) per sostituire gli habitat perduti e rafforzare la biodiversità. Le opere di compensazione principali (Il Piano di Signa, Vingone, Santa Croce, San Jacopo) prevedono la costruzione e la gestione di zone umide su decine di ettari (circa 70 ettari nel solo Piano di Signa), canali perimetrali, siepi e aree boschive, sistemi idraulici artificiali per il mantenimento della vegetazione palustre e per l’approvvigionamento idrico degli habitat naturalistici.
Si dovrà provvedere alla ricostruzione di habitat di interesse comunitario con specifici progetti naturalistici per garantire la permanenza di specie floristiche e faunistiche tipiche delle zone umide toscane. Dovranno essere sostituite le piante abbattute con nuove essenze, protezione apparati radicali e chiome, create nuove siepi e filari con specie autoctone, mitigata la perdita ecologica tramite la formazione di zone di rifugio e alimentazione per la fauna. Le opere contemplano anche la realizzazione di rifugi specifici per i pipistrelli, l’installazione di spirali anti-elettrocuzione sull’alta tensione sopra le zone umide, e di barriere anti-attraversamento stradale per la piccola fauna.
Fra le opere di riassetto idraulico e gestione del rischio alluvione si parte dalla deviazione del Fosso Reale tramite la costruzione di un nuovo tracciato con sottopasso dell’Osmannoro, il riordino del reticolo delle Acque Basse, nuovi canali di gronda e di bonifica. Ma c’è anche la realizzazione di casse di laminazione, invasi artificiali, sistemi di laminazione del Colatore Sinistro e del canale dell’Osmannoro, integrazione della gestione delle acque superficiali e meteoriche per la sicurezza idraulica anche con eventi con tempo di ritorno duecentennale; infine, opere complementari di drenaggio e trattamento delle acque meteoriche di prima pioggia, nuovi bacini interrati di autocontenimento idraulico, adeguamento della rete fognaria per i nuovi edifici e terminal passeggeri.
La strategia di miglioramento ambientale e paesaggistico comprende la costruzione di due parchi agricoli, uno nel vecchio sedime aeroportuale (una volta dismesso) e uno a Sesto Fiorentino (totale 56 ettari), orientati al miglioramento ambientale, alla valorizzazione agricola tradizionale, alla promozione della biodiversità locale; la realizzazione della duna antirumore alta 10 metri e completamente rinverdita, con funzione di tutela acustica del Polo Scientifico e Tecnologico e di reinserimento paesaggistico; la bonifica delle aree contaminate, la gestione delle terre e rocce da scavo in conformità alle normative ambientali, la verifica qualitativa e caratterizzazione mediante test di cessione e campionamenti.
Sarà necessario un piano di monitoraggio ambientale articolato su tutte le componenti (acqua, aria, rumore, vibrazioni, suolo, fauna, vegetazione, campi elettromagnetici), articolato in fasi ante operam, corso d’opera e post operam. Per questo dovrà essere costituito un Osservatorio Ambientale con enti istituzionali, monitoraggio continuo e azioni correttive sulla base dei dati rilevati.
Il campo largo ribolle, e la Piana si muove per il Tar
La Piana mantiene la sua contrarietà, e ribadisce la volontà di rivolgersi al Tar contro il decreto: “Da una prima ricognizione il decreto e i suoi allegati confermano nel merito tutte le criticità emerse nelle fasi precedenti e non superate poiché insuperabili”, afferma il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi, che chiuderà il suo mandato (è stato eletto in Consiglio regionale) dando mandato di rivolgersi alla giustizia amministrativa, “chiamata ancora una volta a impedire la realizzazione di un’opera sbagliata e impattante”. Stessa soluzione per Andrea Tagliaferri, sindaco di Campi Bisenzio: “Difendere il nostro territorio non è un atto formale, ma un dovere morale e politico”.
L’arrivo del decreto ha fatto entrare in fibrillazione anche la variegata compagine che ha sostenuto la rielezione di Eugenio Giani a presidente della Regione Toscana. Dalla maggioranza solidamente riformista (e sostanzialmente pro-aeroporto) del primo mandato, si ha ora un quadro ben più eterogeneo. Per i consiglieri regionali toscani del Movimento 5 Stelle, Irene Galletti e Luca Rossi Romanelli, il decreto “è la conferma di quanto avevamo già evidenziato, il progetto presenta criticità rilevanti che meritano una riflessione approfondita e una revisione complessiva”. Tanto che l’idea dei pentastellati è quella di “riportare il tema in Consiglio regionale e ridiscutere insieme un modello di sviluppo più moderno e sostenibile per la Piana. Un modello in cui l’aeroporto di Peretola venga messo in sicurezza e ripensato come city airport, al servizio dell’area metropolitana, ma senza ulteriori espansioni”.
Va ancora più in là Avs, invocando la giustizia amministrativa: “Sosterremo le iniziative” del Comune di Sesto Fiorentino “e il ricorso al Tar, convinti che la tutela del territorio e della qualità della vita delle comunità locali debbano avere la priorità”, affermano Dario Danti e Filiberto Zaratti. “Conseguentemente – aggiungono – chiederemo ai nostri consiglieri regionali di Alleanza Verdi e Sinistra Lorenzo Falchi, Massimiliano Ghimenti e Diletta Fallani, di presentare una analoga richiesta a livello regionale”. Ironizza l’eurodeputato di FdI Francesco Torselli, col consigliere regionale Jacopo Cellai: “Neanche 72 ore, tanto è durata l’unità della maggioranza che sostiene il rieletto presidente Giani”.
“Il parere favorevole della Regione è rimasto tale”
Per qualche ora l’unica voce del centrosinistra apertamente esultante per il decreto del Ministero sull’aeroporto è la sindaca di Firenze Sara Funaro: “Avanti tutta”, afferma, dicendo che “siamo sempre stati fiduciosi: da una parte è necessario sviluppare l’aeroporto, per renderlo sempre più all’altezza della città di Firenze, e dall’altra dare una risposta ai tanti cittadini che da tanto tempo l’aspettano, soprattutto a coloro che vivono nelle zone di Brozzi, Quaracchi e Peretola, coinvolte dai sorvoli degli aerei in decollo e atterraggio. I sorvoli in questa zona diminuiranno in maniera drastica, restituendo così un pezzo di città alle fiorentine e ai fiorentini che la abitano”.
Poi è Giani a intervenire per gettare acqua sul fuoco della polemica: “La Regione aveva già espresso il suo parere favorevole quando ancora non si era costituita questa maggioranza di governo, e tale è rimasto”, dice, spiegando che “nella conferenza dei servizi” per la conformità urbanistica, che verrà convocata successivamente, “non è richiesto un parere politico alla Regione Toscana”, lasciando capire che, a suo giudizio, si tratta solo di questione tecnica su cui non dovrebbe scatenarsi il fuoco incrociato in maggioranza. “Sapevamo fin dall’inizio che su questo punto, rispetto alle centinaia di punti che vedono una convergenza, c’è un’opinione diversa che rimane”, osserva, ribadendo il suo favore per la nuova pista e definendo “una buona notizia” il decreto “con solo poche prescrizioni”. E in merito ai ricorsi al Tar annunciati dai Comuni, “ogni ente locale è libero di assumere le proprie posizioni”, conclude Giani.
Leonardo Testai