Non piace alla Regione Toscana, né ai Comuni toscani rappresentati dall’Anci, la proposta messa a punto dal Governo per sciogliere la matassa delle concessioni demaniali delle spiagge, in scadenza a fine anno: saranno prolungate fino al settembre 2027 (fino al 31 marzo 2028 in casi eccezionali come i contenziosi pendenti), ma i Comuni dovranno bandire le gare – subito, tra qualche mese o più avanti, ma comunque obbligatoriamente entro giugno 2027 – e chi subentra dovrà pagare un indennizzo a chi lascia e riassumere i lavoratori. La proposta del Governo – inserita nel decreto Salva-infrazioni appena approvato (il 4 settembre) dal Consiglio dei ministri per chiudere 16 casi di infrazione contestati dall’Unione europea – è vista come una sorta di compromesso con la Commissione europea.
I Comuni toscani sono insoddisfatti e preoccupati
Ma questo riordino delle concessioni balneari, come detto, non piace alla Toscana. Anci Toscana si dice “insoddisfatta e preoccupata” perché “di fatto si scaricano le responsabilità solo sui Comuni”, afferma in un comunicato Sandra Scarpellini, sindaca di Castagneto Carducci e delegata al Demanio marittimo. La strada scelta dopo anni di proroghe, secondo Scarpellini, “non offre garanzie a nessuno, in primo luogo ai sindaci che dovranno valutare ogni situazione caso per caso e bandire le gare col rischio non solo di creare situazioni disomogenee negli stessi territori, ma anche di andare incontro a contenziosi senza fine per la scarsa chiarezza delle norme”.
La legge toscana vale solo in attesa del riordino della norma statale
Scarpelli si augura che la recente legge regionale in materia possa offrire ai 34 Comuni costieri toscani (che contano circa 500 gestori di stabilimenti balneari) “indicazioni più chiare per avere riferimenti omogenei e sicuri”. La Regione però alza subito le mani: “La fretta del Governo, dopo l’inerzia, ha prodotto un pasticcio – scrive l’assessore regionale Leonardo Marras – e ha anche messo fuorigioco, in parte, l’iniziativa della Regione”, cioè proprio la legge regionale approvata a fine luglio, dopo che una norma precedente era stata annullata dalla Corte Costituzionale nel 2017. La nuova legge (la numero 30 pubblicata sul Burt del 29 luglio 2024), in realtà, è apparsa fin da subito come una bandiera destinata comunque a cadere perché, per evitare il rischio di un’altra impugnazione, ha previsto criteri di assegnazione delle concessioni da applicare solo “nelle more del riordino della normativa statale”. Una legge ‘a tempo’, insomma, destinata a decadere appena legifera lo Stato.
Il rebus del punteggio premiale ai concessionari uscenti
Dunque ora che lo Stato ha legiferato (il testo del decreto non è ancora stato diffuso), i criteri fissati dalle legge toscana – come la premialità assegnata alle micro, piccole e medie imprese turistico-ricettive nella valutazione delle domande concorrenti, o la perizia giurata di stima dell’impresa balneare che avrebbe dovuto pagare il concessionario uscente per determinare l’indennizzo da corrispondergli – non sono più efficaci. Peraltro, secondo quanto trapelato, nel testo governativo sono contenuti criteri simili, come il punteggio premiale ai concessionari uscenti o ai piccoli operatori.
Il secondo rebus dell’indennizzo dell’avviamento
Eppure l’assessore Marras critica il Governo: “Non ha previsto l’indennizzo dell’avviamento, che è il vero valore del concessionario uscente”, afferma sottolineando che anche il Consiglio di Stato aveva indicato la necessità di tenerne conto. In realtà, secondo le notizie uscite dal Consiglio dei ministri, sono previsti indennizzi a carico del subentrante (che però non ha prelazioni a proprio favore), calcolati sul valore dei beni ammortizzabili e non ancora ammortizzati (esattamente come prevede la legge toscana) e sull'”equa remunerazione” degli investimenti fatti negli ultimi cinque anni, certificata da una perizia asseverata. Aumenteranno i canoni pagati dai concessionari: +10% salvo diversa previsione del ministero Infrastrutture. Le nuove concessioni avranno una durata da cinque a 20 anni.
Al via le gare dei Comuni, anche subito
Cosa succede adesso? I Comuni (alcuni si stanno già attrezzando) potranno cominciare a bandire le gare per le concessioni in scadenza anche prima del giugno 2027, motivando questa scelta: la previsione sembra essere stata decisiva nel braccio di ferro con la Commissione europea perché, in questo modo, non si configurerebbe una proroga automatica e generalizzata delle concessioni. Ciascun Comune potrà valutare sulla base dell’interesse del territorio, dice il Governo. Proprio quello che i Comuni toscani, per bocca di Anci, dicono che non sia opportuno fare.
Silvia Pieraccini