La Fortezza da Basso di Firenze, sede espositivo-congressuale
Niente da fare. Le tre offerte presentate da esperti organizzatori di fiere e congressi – Fiera Milano, Fiere di Parma e la fiorentina Pitti Immagine – non convincono la commissione esaminatrice, formata dal direttore generale della Regione Toscana, Paolo Pantuliano, dal direttore Urbanistica del Comune di Firenze, Domenico Palladino e dal direttore amministrativo di Firenze Fiera, Sandro Nocchi.
Non è stato neppure avviato il dialogo competitivo
Secondo quanto risulta a T24, dopo la presentazione delle offerte da parte dei tre gruppi – avvenuta poche settimane fa – non è partito neppure il dialogo competitivo, previsto come ultima fase della procedura, nella quale si sarebbe dovuto trattare individualmente su sovrapprezzo, anticipazione degli obiettivi indicati dal piano di risanamento 2023-2027 della società fieristica, poteri (e ruoli) di governance e di organizzazione aziendale. La “base” dell’offerta doveva essere rappresentata da 12 milioni di euro (previsti dal bando) da destinare all’aumento di capitale, a fronte dei quali il nuovo partner avrebbe detenuto il 24% della Fiera. Ma così non sarà. Non c’erano i presupposti, sembra di capire.
Attesa per le motivazioni della commissione
Ora si aspettano le motivazioni della commissione sulla mancata prosecuzione della gara e, soprattutto, le prossime mosse per togliere dalla palude la società fieristica fiorentina controllata dagli enti pubblici (Regione Toscana, Camera di commercio di Firenze, Comune e Città Metropolitana di Firenze) che ha chiuso il 2022 in rosso (4,2 milioni di perdita su 13,6 milioni di fatturato), e ha previsto per quest’anno 17,2 milioni di ricavi ma ha bisogno di liquidità e di sviluppo.
Cosa offre Firenze Fiera al nuovo socio
Firenze Fiera aveva messo sul piatto del nuovo socio un Palazzo degli Affari totalmente ristrutturato e una Fortezza da Basso (in concessione) oggetto di importanti lavori di restyling (realizzati dalla proprietà: Comune di Firenze, Camera di commercio, Regione Toscana e Città Metropolitana) che valgono quasi 70 milioni di euro e che sono appena iniziati, e porteranno alla costruzione di nuovi padiglioni fieristico-espositivi e all’ammodernamento degli immobili esistenti.
Un’unione era sfumata prima della pandemia
Fiera Milano già l’anno scorso aveva avviato un dialogo con Firenze Fiera per una collaborazione nel settore congressuale; Fiere di Parma si è rafforzata da poco (nel marzo scorso) con l’ingresso nel capitale col 18,5% proprio di Fiera Milano; Pitti Immagine è la società fiorentina che organizza le fiere della moda (tra cui Pitti Uomo), profumi (Fragranze), food (Taste) e danza (Danzainfiera), e ha diversi soci in comune proprio con Firenze Fiera visto che fa capo all’associazione Cfmi-Centro di Firenze per la moda italiana formata da Camera di commercio di Firenze, Città Metropolitana e Comune di Firenze, Regione Toscana, Sistema Moda Italia e categorie economiche. L’unione tra Pitti Immagine e Firenze Fiera, sfumata prima della pandemia, sarebbe potuta tornare d’attualità.
Silvia Pieraccini