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14 aprile 2025

Mps, conto alla rovescia per l’Ops su Mediobanca: via libera dal governo

Il Cdm ha deliberato di non esercitare la golden power. “Vogliamo trasformare la banca in un’industria”, dice Lovaglio.

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Banca Mps si avvicina all’appuntamento del 17 aprile con l’assemblea degli azionisti, e incassa il via libera (assai prevedibile) del governo all’offerta pubblica di scambio lanciata su Mediobanca: il Consiglio dei Ministri, accogliendo la proposta del Mef, ha infatti deliberato di non esercitare la ‘golden power’ sull’operazione. A favore dell’Ops sono schierati lo stesso Mef, Caltagirone, Delfin, le Fondazioni bancarie, Norges Bank, Enpam, Algebris e Pimco: se Banco Bpm (e Anima) si aggiungerano al fronte, si avvicinerebbe la maggioranza dei due terzi necessaria in assemblea per approvare la relativa delibera. Domani, 15 aprile, c’è in agenda il Cda di Banco Bpm, che dovrà decidere il da farsi: con l’ombra di Credit Agricole, che è salita al 19,8% dell’istituto con la conversione dei suoi derivati.

Il via libera del governo era atteso, visto che Palazzo Chigi guarda con interesse alla possibile nascita di un terzo polo bancario italiano. “E’ ovvio che anch’io ambisco, da italiano, a un terzo polo bancario”, ha detto il sottosegretario del Mef Federico Freni, che però precisa: “Noi siamo, come l’ho detto mille volte, felici spettatori di un sistema bancario in movimento. Siamo spettatori, non siamo giocatori, il sistema bancario si muove, evolve, cambia e noi siamo lì e aspettiamo”. L’importante, sostiene Freni, “è che i fondamentali del sistema bancario rimangano ottimi, quale ottimi sono oggi, e che i fondamentali del sistema bancario continuino a dare risultati alle imprese e ai cittadini. Per me se il sistema bancario finanzia le imprese e finanzia i cittadini va tutto bene”.

“L’offerta su Mediobanca ci fa sognare”

“Noi vogliamo fare industria”, ha affermato l’amministratore delegato di Banca Mps, Luigi Lovaglio, parlando a Siena in un talk di Fondazione Qualivita. “Fare banca è noioso, vogliamo trasformare la banca in un’industria”, ha aggiunto, sottolineando che “l’industria ragiona in termini di discontinuità” mentre “la banca ha bisogno di incrementi”. In questa ottica, l’idea Mps-Mediobanca “è non convenzionale, è una cosa insolita; ma perché devo fare una cosa insolita? Perché siamo Mps, vogliamo fare una cosa diversa, una cosa che ci fa sognare, diventare grandi. Mediobanca è diversa dal Monte dei Paschi? Si, è il valore aggiunto di questa operazione”.

Parallelamente al fronte Mps-Mediobanca, nel risiko bancario questa è stata anche la giornata di UniCredit, che ha ottenuto il via libera dell’Antitrust tedesco all’acquisto del 29,9% di Commerzbank, e non si scopre in vista dell’assemblea di Generali (di cui detiene il 5%) del 24 aprile, dove potrà scegliere se schierarsi con le liste di Caltagirone e Assogestioni, o con le liste di Mediobanca, in attesa della decisione del governo se applicare o no la ‘golden power’ sull’offerta lanciata da Unicredit su Bpm. Per il deputato Benedetto della Vedova (Europa+) sarebbe “incomprensibile” che un governo “coinvolto nell’ops” su Mediobanca “decidesse di usare il golden power per stoppare” l’offerta di Unicredit “nei confronti di Bpm, che è socio” in Mps “e quindi con il governo partecipa alla scalata di Mediobanca. Altrimenti il governo attraverso il Mef si troverebbe nella posizione di essere contemporaneamente arbitro e giocatore nella stessa partita”. (lt)

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