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11 novembre 2025

Scontro sul progetto Metinvest di Piombino, Federacciai attacca il contributo pubblico (e il territorio insorge)

“Sono aiuti di Stato puri”, tuona il presidente Gozzi, ma la Confindustria locale e i sindacati difendono l’operazione.

Leonardo Testai
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Dopo le parole del presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, che ha definito “aiuti di Stato puri” i contributi previsti dall’accordo di programma con Metinvest Adria per il rilancio del polo siderurgico di Piombino, si accende il confronto nel settore. “Su Piombino saremo inflessibili: non accetteremo che si realizzi un impianto che fa concorrenza all’Ilva e alla produzione nazionale, non accetteremo che si faccia con i soldi dello Stato”, ha affermato Gozzi in occasione dell’assemblea pubblica di Federacciai, a Bergamo. Al centro dell’attacco dell’imprenditore c’è il contributo pubblico di 300 milioni, oltre alla garanzia Sace da 1,5 miliardi.

Gozzi, nella sua relazione, si è detto convinto che tutti gli sforzi pubblici dovrebbero essere concentrati sul salvataggio dell’Ilva di Taranto “anche per le sue caratteristiche di impianto strategico per la sicurezza e l’economia nazionale”, anziché “favorire l’investimento di uno straniero a Piombino” per un progetto “che ci pare anche economicamente non sostenibile per il livello di debito eccessivo di cui è gravato, non favorisce la ripresa di Taranto perché va in concorrenza a quella siderurgia, ed è alimentato esclusivamente a rottame perché non sono previsti investimenti su un Dri. Tre milioni di domanda aggiuntiva di rottame in un mercato già ‘corto’ come quello italiano rischiano di essere un fattore di fortissima destabilizzazione per tutta l’elettrosiderurgia italiana”.

“Piombino non è in contrapposizione con Taranto”

Alle critiche di Gozzi – non le prime in questi anni da parte del presidente di Federacciai – si contrappongono le voci del territorio, delle imprese e dei sindacati. “Piombino non è in contrapposizione con Taranto, è un tassello complementare per rafforzare la filiera nazionale dei laminati piani”, sostiene Piero Neri, presidente della delegazione di Livorno di Confindustria Toscana Centro e Costa, sottolineando che “il progetto Metinvest-Danieli merita una valutazione serena e basata sui fatti: è una coraggiosa iniziativa industriale che può riportare produzione, lavoro qualificato e tecnologia in un sito strategico”. Il progetto “apre inoltre prospettive di sviluppo anche per le aziende dell’indotto”, aggiunge Nedo Bertini, coordinatore del presidio di Piombino e della Val di Cornia di Confindustria Toscana Centro e Costa, ricordando come la reindustrializzazione della costa toscana resti l’obiettivo prioritario.

Anche il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, interviene contro le parole di Gozzi su Metinvest: “Difendere Piombino non significa difendere un interesse locale, ma una prospettiva nazionale, strategica, di rilancio dell’intero comparto siderurgico. Un progetto che porta risorse, tecnologie e competenze e rappresenta una rara dimostrazione di fiducia nell’Italia industriale”. A giudizio di Ferrari, “in un contesto in cui attrarre capitali esteri e rilanciare la produzione è una sfida quotidiana, un’iniziativa come quella di Piombino andrebbe salutata come un segnale di rinascita, non come una minaccia”.

Sindacati compatti per il progetto Metinvest Adria

I sindacati nazionali si schierano in modo compatto a favore dell’investimento di Metinvest. Per Guglielmo Gambardella, segretario nazionale Uilm, “è inconcepibile avanzare dubbi su un progetto che finalmente, dopo 11 anni dallo spegnimento dell’altoforno, può ridare speranza a 1500 lavoratori”. Secondo Loris Scarpa, coordinatore siderurgia Fiom Cgil, “quelle parole non sono condivisibili nel merito e nelle tempistiche: il progetto è avviato e va sostenuto per evitare l’ennesimo dramma sociale e industriale”. Dalla Fim Cisl, il segretario nazionale Valerio D’Alò ricorda che “gli investitori italiani sono stati assenti con proposte credibili per rilanciare i poli siderurgici”.

E’ ancora più duro il sindacato locale: per Daniele Calosi, segretario generale della Fiom-Cgil Toscana, le parole di Gozzi sono “uno schiaffo a una città, ai suoi lavoratori e al loro futuro. Parlare di favori a uno straniero è una narrazione tossica e fuori dal tempo: qui non si tratta di nazionalità, ma di lavoro, di sviluppo e di giustizia industriale per un territorio abbandonato per troppo tempo”.

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Leonardo Testai

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