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28 giugno 2024

Tessuti, nel post-alluvione calano i numeri di Prato

Confindustria Toscana Nord rileva nel primo trimestre 2024 un -10,9% per la produzione e un -11,9% nel valore dell’export.

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Se nel 2023 la produzione complessiva di tessuti nel distretto di Prato è scesa in volume del -4,3% (export -8,1% in valori sul 2022), complice anche l’ultimo trimestre con i colli di bottiglia produttivi generati dalle conseguenze dell’alluvione del 2 novembre, del disastro ha risentito soprattutto il primo trimestre 2024, che nel confronto con lo stesso periodo del 2023 ha segnato -10,9% nei volumi di produzione e -11,9% nel valore delle esportazioni. E’ l’analisi di Confindustria Toscana Nord, che presenta la partecipazione delle aziende del distretto a Première Vision (Parigi, 2-4 luglio), e a Milano Unica (9-11 luglio), in rappresentanza di un comparto di circa 230 imprese e oltre 4.500 addetti diretti.

“Sono molti i fattori che penalizzano il mercato della moda – afferma Maurizio Sarti, coordinatore del gruppo produttori di tessuti della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord -. La situazione politico-economica generale e l’inflazione, in regresso ma ancora significativa, sono delle zavorre; ma il freno diretto di questi mesi è rappresentato dagli stock eccessivi accumulati dai brand e ancora in via di collocazione sul mercato. Un fenomeno, questo, che dà la misura delle difficoltà di previsione anche da parte di chi col mercato ha contatti più diretti: un tema su cui lavorare molto, ritengo, ricorrendo a tutti gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia più avanzata”.

“Certificazioni e tracciabilità per la nostra filiera”

Secondo Sarti, “in questo quadro, è difficile far valere anche le caratteristiche migliori di prodotti e produttori. Rimane forte l’impegno delle nostre imprese verso le certificazioni e la tracciabilità: un percorso opportuno e necessario che tuttavia mostra anch’esso delle falle. Siamo di fatto all’inizio di un modo nuovo e più sostenibile di produrre moda: per farlo affermare e crescere occorre che non si lasci spazio al greenwashing, a operazioni di facciata e a comportamenti opportunistici. Soprattutto si deve evitare che ci siano anelli della filiera che rimangano, soprattutto sotto il profilo del rispetto dei diritti dei lavoratori, delle terre di nessuno, delle casse di compensazione, niente affatto virtuose, dei costi delle buone pratiche seguite in fasi diverse e più visibili.”

Riguardo all’export di tessuti da Prato, anche nel 2023 i primi mercati di sbocco esteri per importanza sono stati paesi europei comunitari: ancora in prima posizione la Spagna con il 14,6% del totale (anche se in calo di -3,2% sul 2022); seconda la Francia (viceversa in avanzamento del +6,9%, coprendo così il 9% dell’export 2023); terza la Romania (-2,1%, con una quota del 7,9%), paese dove si effettuano operazioni di confezionamento anche per conto di aziende di altri paesi. A seguire Germania, Marocco, Portogallo, Regno Unito, Turchia.

Milano Unica piace sempre di più

E se l’export verso la Francia cresce, dal punto di vista fieristico è invece crescente l’attenzione per Milano Unica: 118 espositori, contro i 95 della corrispondente edizione del 2023 e i 101 di gennaio 2024. Sono invece 18 (contro, rispettivamente, 55 e 20) i partecipanti a Première Vision. “Milano Unica intende diventare il punto di riferimento del tessile di qualità nel mondo”, afferma Sarti, che è anche componente del Comitato di presidenza di Milano Unica. “Da qui la selezione accurata degli espositori – sostiene – quasi esclusivamente italiani ed europei, che devono rispondere puntualmente ai rigorosi requisiti richiesti dall’organizzazione della fiera. Le imprese oggi hanno bisogno di giocare le loro carte al meglio: il mercato è molto statico”. (lt)

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