di Claudia Del Re, avvocato e docente Università degli Studi di Firenze
Cambiamento importante per la tutela dei prodotti artigianali e industriali italiani. Dal 1° dicembre 2025, con l’entrata in vigore del Regolamento UE 2023/2411 “relativo alla protezione delle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali e industriali” per questi prodotti potrà essere presentata una domanda di registrazione di Indicazione Geografica Protetta (IGP), la stessa che finora era prevista esclusivamente nel settore agroalimentare.
Cosa cambierà per le imprese? Il marchio IGP sarà valido in tutta l’Unione europea con la possibilità di valorizzare, promuovere e tutelare territori e produzioni locali. I prodotti potranno proporsi sui mercati nazionali e all’estero in maniera competitiva proteggendosi anche da eventuali contraffazioni. Le competenze professionali, il patrimonio di storia e innovazione delle imprese riscuoteranno maggiore appeal tra i consumatori, i quali potranno identificare i prodotti locali di alta qualità che esprimono il forte legame con i territori.
Per ottenere la registrazione IGP sarà necessario che i prodotti soddisfino una serie di specifici requisiti, “originari di un luogo, di una regione o di un Paese specifico; all’origine geografica sia essenzialmente attribuibile una determinata qualità, una reputazione o altra caratteristica peculiare; almeno una delle fasi di produzione si svolga in una zona geografica delimitata”, come previsto dall’art. 6 del Regolamento Europeo sopramenzionato. Altresì, è previsto che la richiesta di registrazione contenga un disciplinare di produzione in cui si dimostri che il prodotto è in possesso dei requisiti previsti dal Regolamento europeo e siano descritte anche le caratteristiche delle materie prime utilizzate ed i metodi di produzione. La domanda potrà essere presentata da un’associazione di produttori e, se rispettate alcune specifiche condizioni, anche da un singolo produttore e da autorità locali e regionali.
Le procedure per ottenere di fregiarsi del marchio IGP saranno articolate in fasi delicate che prevedono una certa complessità. La richiesta sarà sottoposta al vaglio dell’autorità nazionale (Ufficio Brevetti e Marchi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy) e le domande con esito positivo saranno esaminate dall’EUIPO (Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale) per l’approvazione o per il rigetto.
L’esito positivo di questo iter avrà prevedibilmente una ricaduta positiva per le imprese e i territori coinvolti, con la possibilità di creare anche sinergie virtuose con le autorità pubbliche. Viene valorizzato un legame forte tra qualità, notorietà del prodotto e territorio di origine, in una prospettiva di rilancio che guarda oltre i confini italiani con prospettiva europea, a vantaggio anche di quelle piccole e medie imprese che, se pur forti delle loro eccellenze, hanno maggiore difficoltà a posizionarsi sui mercati.
L’avvocato Claudia Del Re è professore a contratto in Gestione della Brevettazione e della Proprietà Intellettuale presso Università degli Studi di Firenze e avvocato dello Studio Legale Del Re.