Il Mef non ha tardato a dismettere una nuova quota del capitale di Banca Mps: il ministro Giancarlo Giorgetti lo aveva annunciato, gli osservatori si attendevano l’operazione dopo la presentazione dei conti del terzo trimestre 2024, e quindi il Tesoro ha collocato con successo il 15% delle azioni – più del doppio, rispetto al 7% comunicato all’inizio dal Ministero – per circa 1,1 miliardi di euro. In questo modo il Mef scende dal 26,7% all’11,7% del capitale sociale di Mps.
Entrano Banco Bpm, Caltagirone e Del Vecchio
La vera novità del nuovo round di dismissioni orchestrato dal Mef è l’ingresso nel capitale di Mps da parte di un gruppo di soci di rilievo, una sorta di cordata italiana. Nell’ambito di questa operazione, infatti, Banco Bpm ha acquisito il 5% di Rocca Salimbeni, e non intende presentare alle autorità competenti le istanze autorizzative per poter eventualmente superare la soglia del 10%: “Il gruppo rimane focalizzato sugli obiettivi del piano 2023/26, confermando la propria strategia stand alone”, si legge nella nota dell’istituto.
L’acquisizione del 5% di Mps fin qui “si inserisce – spiega ancora Banco Bpm – nel contesto più ampio dell’Opa volontaria sulla totalità delle azioni di Anima Holding”, player di peso del risparmio gestito, “ed è coerente con la strategia del gruppo di rafforzamento delle proprie fabbriche prodotto. Mps è infatti il primo distributore di prodotti del gruppo Anima, dopo Banco Bpm, e rappresenta un partner strategico per la crescita futura di Anima e delle sue controllate”. Non a caso proprio Anima ha acquistato a sua volta il 3% di Mps nell’operazione, per circa 219 milioni di euro, salendo al 4% del capitale. Un altro 3,5%, secondo quanto riferito da fonti finanziarie, se l’è accaparrato il gruppo Caltagirone, e pari quota è stata rilevata dalla holding Delfin della famiglia Del Vecchio, che controlla Luxottica e ha partecipazioni in Mediobanca e Generali.
Domanda oltre il doppio del 7% offerto all’inizio
Il Mef ha perfezionato con successo la cessione di 188.975.176 azioni ordinarie di Banca Mps attraverso la procedura dell’accelerated bookbuilding – già utilizzata per i precedenti round di dismissioni – riservato ad investitori istituzionali italiani ed esteri. “A fronte della domanda raccolta, pari a oltre il doppio dell’ammontare iniziale – spiega il Ministero -, e alla presenza di un premio del 5% rispetto all’odierno prezzo di chiusura del mercato, l’offerta è stata incrementata dal 7% al 15% del capitale sociale di Bmps. Il corrispettivo per azione è pari a euro 5,792 per un controvalore complessivo pari a circa euro 1,1 miliardi”.
“Abbiamo portato a termine un’azione importante come avevamo annunciato nelle sedi istituzionali – ha commentato Giorgetti – prevedendo la realizzazione di un’operazione di politica bancaria e finanziaria italiana volta a rafforzare l’azionariato di un player importante nel mercato del credito in modo serio e riservato come da sempre dichiarato in questi due anni di governo”. Il controvalore complessivo incassato dal Mef grazie alle tre operazioni di cessione effettuate a partire da novembre 2023 ammonta a circa 2,7 miliardi di euro, a fronte di un importo dell’aumento di capitale di Banca Mps sottoscritto a novembre 2022 di circa 1,6 miliardi di euro. Il Ministero si è impegnato a non vendere sul mercato ulteriori azioni Bmps per un periodo di 90 giorni.
Leonardo Testai