La siccità costerà all’agricoltura toscana un terzo della propria produzione. E’ la previsione di Coldiretti Toscana, che chiede misure immediate per aiutare le aziende. “Nella migliore delle ipotesi perderemo il 30% della produzione agricola regionale”, afferma Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana, secondo cui “lo stravolgimento climatico con i fiumi in secca, precipitazioni assenti e caldo record, pone le aziende agricole di fronte alla scelta di quale produzione aiutare attraverso l’irrigazione laddove è possibile metterla in atto e quale invece abbandonare perdendo investimenti e raccolti”.
Per questo motivo l’associazione chiede alla Regione di attivare la procedura per l’assegnazione del carburante supplementare ad aliquota ridotta di accisa per l’irrigazione di soccorso utilizzata dalle aziende agricole per salvare i raccolti. Secondo l’associazione possono essere assegnate alle aziende agricole fino a 200 litri di gasolio agevolato in più per ettaro, che salgono a 450 per tabacco e pomodoro da industria. Coldiretti Toscana chiede anche alle istituzioni di “prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti, e definire le priorità di uso dell’acqua disponibile, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo”.
“Bilancino non basta, servono anche altri bacini”
A fronte della siccità che sta colpendo duramente l’agricoltura toscana, Simone Orlandini, direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Università di Firenze, auspica interventi rapidi. “Servono impianti di irrigazione – sostiene – che sfruttino l’acqua raccolta negli invasi. Non possiamo pensare che Bilancino possa soddisfare tutte le necessità, dalla città alle colture; occorre realizzare una rete di bacini di piccole, medie e grandi dimensioni che vadano a soddisfare le esigenze idriche del settore primario”.
Secondo Orlandini “i laghetti collinari costruiti negli anni Sessanta andrebbero ripresi e ristrutturati. Il territorio regionale presenta comunque una morfologia che ben si adatta anche a nuove realizzazioni: gli invasi sono preziosi sistemi d’immagazzinamento dell’acqua che, insieme a opere di canalizzazione, drenaggio e terrazzamenti servono, anche sul fronte apposto, a regimentare deflussi estremi evitando dissesti idrogeologici e allegamenti”.
Più che raddoppiati gli incendi boschivi in un anno
Ma non è solo l’agricoltura a pagare il prezzo della siccità, sostiene Coldiretti: nei primi cinque mesi del 2022 in Toscana, dunque prima ancora del torrido giugno, si è registrato un +140% di incendi boschivi. “L’ondata eccezionale di caldo portata questa volta dall’anticiclone Caronte, con temperature record unite ad un lungo periodo di piogge molto scarse come non si vedeva da molto tempo, ha contribuito ad innescare nei primi cinque mesi dell’anno 211 incendi che hanno bruciato complessivamente 354 ettari di suolo contro gli 88 di un anno prima che di ettari ne avevano mandati in fumo 130”.