Le terme, simbolo di Montecatini
Il complesso termale di Montecatini terme sarà di nuovo in vendita con l’asta fissata per l’11 marzo del prossimo anno dopo che la precedente, nel luglio scorso, è andata deserta: stavolta la base dell’offerta è diminuita, dai 42 milioni di allora ai 35 abbondanti di oggi. A questo appuntamento si è arrivati dopo la richiesta di concordato, accolta dal Tribunale fallimentare di Pistoia, presentata due anni fa dalla società Terme di Montecatini Spa.
La Regione Toscana, azionista di maggioranza – il Comune di Montecatini è l’altro socio – si impegnò con tanto di legge, approvata alla fine del 2022, ad acquistare gli stabilimenti Tettuccio, Regina ed Excelsior per un totale di 16 milioni, mentre il Comune e la Fondazione Caript si impegnarono ad acquisire gli immobili Torretta e Tamerici.
Oggi c’è dunque un’altra data e c’è un lungo elenco di immobili in vendita, molti di grande valore e prestigio, alcuni in buono stato, altri in stato di abbandono o semi abbandono, che dovranno essere acquisiti in blocco. Un patrimonio che solo ad elencarlo, per chi conosca anche appena Montecatini, fa sobbalzare: dalle Terme Excelsior alle Terme Salute, dalle Leopoldine alle Redi, e ancora le Terme Tamerici, Regina, Torretta, Grocco, oltre a molti altri edifici meno noti, appezzamenti di terreno e altro ancora. Con un vero fiore all’occhiello, il gioiello liberty delle Terme Tettuccio.
E’ stata la città termale italiana per eccellenza
Tutto ciò è in vendita e solo da un rilancio di questo patrimonio Montecatini potrà ripartire. Su questo non c’è divergenza di opinioni ad ogni livello, politica, istituzioni, categoria economiche, le differenze magari emergono sul come procedere: più disponibilità ad interventi privati o mantenimento dei beni strategici di proprietà pubblica. In generale l’ottimismo non abbonda per quella che è stata la città termale italiana per eccellenza, che ha vissuto grandi fasti e che nel 2021 è entrata nella lista Patrimonio mondiale Unesco ma che da anni ormai sembra prigioniera del suo passato e senza una vera prospettiva per il futuro. Un passato lontano nel tempo se si pensa che già in epoca romana erano note le qualità terapeutiche delle acque di Montecatini – originate da un bacino idrominerale che si trova ad una profondità di 60-80 metri e impiegate principalmente nella cura delle malattie dell’apparato digerente – anche se la loro valorizzazione inizia nel XVIII secolo: non a caso le Terme Leopoldine risalgono al 1775 e il via ai lavori dello stabilimento Tettuccio al 1779.
Errori strategici o mancanza di visione?
Certo, viene naturale interrogarsi su come sia stato possibile che questa cittadina abbia gettato alle ortiche le sue potenzialità nel volgere di alcuni lustri. Nel momento in cui le terme vivono a livello nazionale un momento di grande crescita, aumentata dopo la pandemia, com’è possibile che quella che ne è forse stata la capitale sia finita da anni nel dimenticatoio? Molto probabilmente, come si sostiene da più parti, si può parlare di errori strategici, di mancanza di visione, di lunghi sonni sugli allori senza comprendere un mondo che stava completamente cambiando. Montecatini è rimasta troppo legata alla natura sanitaria delle prestazioni termali – le cure finanziate dal sistema sanitario nazionale – pur inserita in un contesto fortemente turistico? Ha tardato a guardare al benessere inteso nella sua complessità: fitness, trattamenti antiobesità, percorsi antistress e, in genere, agli effetti benefici sul corpo che l’acqua termale può produrre? E’ mai possibile che in questa cittadina non ci sia ad oggi una vera e propria piscina termale, che invece si trova pochi chilometri più in là, in una località certo assai meno nota e turistica come Monsummano Terme? Al contrario l’unico progetto di grande ambizione, che avrebbe dovuto assolvere a quel compito, è finito in malo modo: il complesso di piscine termali progettato alle Leopoldine dall’archistar Fuksas, annunciato già nel 2007 e che avrebbe dovuto essere pronto nel 2010, non ha mai visto la luce. Il risultato è un cratere in mezzo alla città, in pieno degrado, fra lavori interrotti e battaglie legali senza fine. L’emblema di un lento scivolamento verso l’inconsistenza.
Potrebbe avere un ruolo di primo piano nel termalismo italiano
Ma questa cittadina aveva un tempo, e in gran parte avrebbe ancora oggi, tutte le carte in regola per svolgere un ruolo di primo piano: monumenti di valore, il parco cittadino, i viali, la lunga passeggiata verso il Tettuccio, un borgo antico collinare a due passi, una posizione strategica fra Lucca e Pistoia e, poco più in là, da una parte Firenze, dall’altra il mare. E poi, ovviamente, i negozi e le firme, i locali del divertimento, la ristorazione, gli alberghi, tantissimi e oggi in gran parte chiusi o utilizzati solo da turisti “mordi e fuggi”, che vengono qui per pernottare a buon prezzo e poi ripartire verso altre destinazioni. Chiusi come sono chiuse molte attività che hanno lasciato spazio ad un degrado sempre più evidente.
Montecatini rischia di vivere solo di ricordi, dei nomi altisonanti che l’hanno visitata, a partire da re e regine, dai divi di Hollywood, da musicisti, scrittori, cantanti, e ancora dai mille eventi che la contraddistinguevano, concerti, spettacoli di ogni genere fino alle serate televisive.
Adesso è tutto appeso ad una un’asta per la vendita del suo patrimonio termale. Con il rischio che vada nuovamente deserta.
Paolo Vannini